IL CAPOCOLLO VERSO L’IGP

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L’iter avviato da tempo , e’ a buon punto, nonostante qualche difficoltà di percorso.

Le recenti notizie di commercializzazione di prodotti non locali venduti come prodotti tipici del territorio scoperta nel territorio di Martina, dai Nas del nucleo di Taranto, hanno provocato una netta presa di posizione da parte degli organismi preposti alla tutela ed incentivazione della produzione locale del principe dei salumi del nostro territorio e cioè del rinomato” capocollo di Martina Franca”, per fregiarsi di tale titolo dovrà infatti essere necessariamente prodotto in Valle D’Itria e il cammino verso il riconoscimento importante della IGP, è  quasi oramai in dirittura d’arrivo: manca solo infatti il solo parere della commissione europea di Bruxelles, dopo qualche intoppo creato da alcuni comuni vicinori. A tal proposito abbiamo sentito il titolare della “Salumi Martina Franca” Il tecnologo alimentare Francesco Carriero tra i maggiori produttori locali e sostenitori della attribuzione della IGP: ” Il nostro capocollo si potrà produrre solo in Valle D’itria, riguardo al recente intervento dei Nas, la cosa non può che farci piacere, finalmente si concretizza una tutela che finora è stata un pò sottovalutata, il consumatore deve sapere che se acquista il prodotto tipico locale non corre rischio di essere ingannato, d’ora in poi il produttore che vorrà, potrà fregiarsi di tale titolo lo potrà fare a condizione che rispetti un rigoroso disciplinare e che la produzione avvenga necessariamente nel territorio predefinito come d’origine consentita, il turismo riceve una ricaduta importante anche dalla affermazione delle nostre eccellenze agroalimentari ed in primis anche i ristoratori del nostro territorio sono chiamati ad esercitare un ruolo importante nel proporre a tavola non prodotti di importazione ma i nostri  prodotti locali”. Sulla stessa falsariga anche le osservazioni di Stefano Caroli,  imprenditore oleario da sempre in prima linea per l’affermazione e la tutela delle nostre eccellenze enogastronomiche:” L’Associazione di tutela, dovrebbe a mio avviso, costituirsi parte civile per il danno d’immagine derivante da tali sequestri, non possiamo permettere a chiunque di spacciare un prodotto per un altro, danneggiando l’immagine e l’attività di tanti altri produttori onesti, rigorosi e corretti”