Festival della Valle d’Itria: per la 47aedizione le grandi voci della lirica a Martina Franca dal 17 luglio al 5 agosto
Per l’inaugurazione salirà sul podio il direttore musicale del Festival Fabio Luisi
Fra i protagonisti della manifestazione ci saranno Teresa Iervolino, Angela Meade, Lisette Oropesa, Raffaele Pe, Marianna Pizzolato, Carmela Remigio, Federico Maria Sardelli, Markus Werba, Joseph Calleja
“Fiat lux” è il titolo della 47a edizione del Festival della Valle d’Itria che si svolgerà dal 17 luglio al 5 agostoa Martina Franca: 20 serate di spettacolo che accenderanno le luci dei palcoscenici di Palazzo Ducale, del Chiostro di San Domenico e delle antiche masserie della Valle – nel pieno rispetto dei protocolli anti-Covid –dove si alterneranno i grandi nomi della lirica fra rari titoli d’opera, oratori, recital e concerti sinfonici in un programma ideato dal direttore artistico Alberto Triola e dal direttore musicale Fabio Luisi, e approvato dalla Fondazione Paolo Grassi, ente promotore del Festival, presieduta da Franco Punzi.
«Il cartellone – commenta Alberto Triola – delinea un leggibilissimo percorso storico e culturale che prende le mosse dal barocco napoletano di Alessandro Scarlatti e Nicola Porpora per arrivare al Classicismo viennese di Haydn e quindi fino a Schubert. Ma le opere musicali proposte aprono ad una lettura in cui possono essere trovati agganci e rimandi alla condizione attuale in cui l’uomo e le società si stanno dibattendo, a partire dall’evidenza più lampante: “Fiat lux” è quel nuovo inizio, dato dalla necessità impellente di un’autentica ri-creazione del mondo, che presuppone il fallimento, il naufragio e di conseguenza l’abbandono di quello fino ad oggi conosciuto, che ci si rivela ad un tratto irrimediabilmente e sorprendentemente vecchio o che, dualmente, fa scoprire noi tragicamente inadeguati».
Serata inaugurale, come da tradizione, nell’Atrio del Palazzo Ducale – dove sarà allestita anche quest’anno la platea nel pieno rispetto delle normative di sicurezza – con La Creazione di Franz Joseph Haydn (17, 23 e 31 luglio), affidata alla bacchetta di Fabio Luisi e proposta nella versione in italiano a cura di Dario Del Corno, rivista per l’occasione da Filippo Del Corno. A Martina Franca l’oratorio di Haydn, su libretto del barone Gottfried van Swieten – ispirato oltre che alle pagine del Libro della Genesi, al Paradise Lost di Milton (1667) – sarà presentato in forma scenica con la regia di Fabio Ceresa, le scene di Tiziano Santi e i costumi di Gianluca Falaschi. Per questa produzione si rinnova la collaborazione con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, mentre debutta a Martina Franca il Coro Ghislieri, gruppo in residenza permanente al Centro di Musica Antica della Fondazione Ghislieri di Pavia, considerato oggi una della realtà italiane più originali nel campo della musica storicamente informata, diretto da Giulio Prandi. Nel cast nel ruolo di Rafael Alessio Arduini, per la coppia Adamo ed Eva, due giovani artisti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”: il baritono catalano Jan Antem e il soprano Sabrina Sanza. Le coreografie saranno eseguire dai danzatori della Fattoria Vittadini.
«Il progetto del Festival della Valle d’Itria del 2021 con l’esecuzione, in forma scenica, dell’oratorio La Creazione di Haydn – sottolinea il direttore musicale Fabio Luisi – è estremamente interessante, ardito nella volontà di affiancare alla musica una visualizzazione teatrale, ed appartiene al DNA del Festival, che da sempre aggancia il repertorio belcantistico italiano alle esperienze europee che da esso derivano. Sappiamo che le opere liriche di Haydn, assai numerose del resto, peccano di carenze drammaturgiche, nonostante siano spesso esuberanti di valori musicali. Non essendo necessariamente legata ad una drammaturgia teatrale, ma ad una preesistente biblico-storica, La Creazione si presta all’esplorazione di una vocalità decisamente mediterranea adeguata all’ambiente musicale asburgico e mitteleuropeo. Inoltre questo progetto, da un punto di vista personale, mi riporta agli anni degli esordi direttoriali, nei quali, proprio a Martina Franca, ebbi il privilegio, sotto la direzione artistica di Rodolfo Celletti, di cimentarmi in questo capolavoro, allora, come oggi, nella traduzione di Dario dal Corno, effettuata su nostra richiesta».
Composta su un libretto del 1701 di Apostolo Zeno e basata sull’ultima novella del Decameron di Boccaccio, La Griselda di Alessandro Scarlatti sarà in scena a Palazzo Ducale (24, 29 luglio e 1 agosto) nell’anno del trecentesimo anniversario del debutto, avvenuto al Teatro Capranica di Roma nel 1721. Alla guida dell’orchestra La Lira di Orfeo – ensemble votato al repertorio profano barocco – e del Coro Ghisleri, sarà il direttore greco Georg Petrou, che ritorna a Martina Franca dopo il successo del 2019 con L’Orfeo di Porpora. La regia sarà firmata da Rosetta Cucchi, con le scene di Tiziano Santie i costumi di Claudia Pernigotti. Griselda sarà il soprano Carmela Remigio, che festeggia il quarto debutto consecutivo a Martina Franca, Festival in cui ha affrontato – riscuotendo grandi successi di pubblico e critica – ruoli estremamente differenti: Armida nel Rinaldo di Haendel/Leo, Ecuba nell’omonima opera di Manfroce e Arianna nell’Arianna a Nasso di Strauss. Un altro atteso ritorno è quello del controtenore Raffaele Pe che sarà Gualtiero. Completano il cast vocale sarà specialisti del repertorio come Francesca Ascioti (Ottone), Giuseppina Bridelli (Roberto) e Krystian Adam (Corrado).
Terzo titolo al Palazzo Ducale sarà L’Angelica (30 luglio e 3 agosto), serenata di Nicola Porpora del 1720, composta sul primo libretto firmato da Pietro Metastasio, tratto dalle gesta eroiche narrate nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Il progetto, coprodotto con lo Staatstheater di Mainz, sarà ideato da Gianluca Falaschi, costumista che ha creato abiti di scena per i teatri più importanti del mondo, al suo debutto assoluto nella regia. Sarà Federico Maria Sardelli, una delle bacchette più apprezzate per l’interpretazione del repertorio barocco, a dirigere la Lira di Orfeo e un cast che vede nel ruolo di Orlando il mezzosoprano Teresa Iervolino e in quello di Angelica Francesca Aspromonte. Nel trio pastorale di Licori, Titiro e Tirsi ci saranno rispettivamente Gaia Petrone, Sergio Foresti e Barbara Massaro.
Sempre al Palazzo Ducale il 4 agosto sarà eseguita in forma scenica una delle composizione più celebri di Franz Schubert, il ciclo di Lieder Winterreise (“Viaggio d’inverno”): 24 brani per voce e pianoforte su testi poetici di Wilhelm Müller che a Martina Franca saranno affidati al baritono austriaco Markus Werba e al pianista e direttore Michele Gamba. La messa in scena sarà ideata da Libero Stelluti, già applaudito dal pubblico del Festival per le regie firmate col gruppo Eco di fondo delle produzioni Altri canti d’Amor e Il Trionfo dell’onore, nonché dello spettacolo all’Ateneo Bruni La rana e le nuvole.
Saranno le grandi voci a completare il cartellone della 47a edizione della manifestazione martinese. Il soprano americano Angela Meade, al suo debutto al Festival, sarà così la protagonista di un recital che si terrà il 18 luglio, mentre è confermato anche per questa edizione il ciclo di recital nelle masserie storiche della Valle d’Itria “Il canto degli ulivi”: quattro appuntamenti con protagoniste altrettante voci femminili fra le più ricercate e raffinate del panorama europeo. Si inizia il 20 luglio con il soprano Julie Fuchs, quindi si prosegue con i mezzosoprani Vivica Genaux (25 luglio) – accompagnata dalla Enea Barock Orchestra diretta da Valeria Montanari –, Marianna Pizzolato (27 luglio) e Veronica Simeoni (28 luglio ). La rassegna “Il canto degli ulivi” (format che ha sostituito “L’opera in masseria” a seguito delle restrizioni sanitarie) è uno degli appuntamenti più richiesti dal pubblico, oltre ad uno dei più identificativi dell’esperienza al Festival della Valle d’Itria, in cui le ricchezze del territorio si uniscono alla natura più profonda della manifestazione, quella delle voci e della tradizione del belcanto. Ad accompagnare il Festival in questa rassegna, per il terzo anno consecutivo, ci sarà il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che offrirà al pubblico, al termine di ogni spettacolo, delle degustazioni di una delle doc più apprezzate.
La sera del 2 agosto sarà assegnato il tradizionale Premio del Belcanto “Rodolfo Celletti” al celebre direttore d’orchestra Richard Bonynge, protagonista di storiche e ormai leggendarie esecuzioni e incisioni del repertorio belcantistico insieme a Joan Sutherland, sua compagna di vita e alla quale sarà esteso, in memoria, il riconoscimento. Dopo la premiazione il Concerto del Belcanto con protagonista una delle interpreti più apprezzate di oggi, il soprano Lisette Oropoesa con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli diretta da Christopher Franklin.
Un altro appuntamento immancabile per il pubblico martinese è il Concerto per lo spirito (26 luglio) nella cornice barocca della Basilica di San Martino. Quest’anno protagonista sarà la musica sacra di Scarlatti e Porpora affidata a Raffaele Pe e al Coro Ghislieri, accompagnati dai musicisti de La Lira di Orfeo diretti da Giulio Prandi.
Al Chiostro di San Domenico due omaggi a compositori di cui ricorrono gli anniversari: nel cinquantesimo della morte di Igor Stravinskij, il 19 luglio, il Duo pianistico Gromoglasova eseguirà pagine del compositore russo, di Darius Milhaud e di Béla Bartók; il 21 e il 22 luglio, appuntamento con la produzione in forma semiscenica di Le dernier sorcier, opera da salotto della compositrice francese Pauline Viardot, nel bicentenario della nascita. La partitura, scritta con finalità didattiche e dimostrative delle potenzialità della tecnica belcantistica, sarà eseguita dai giovani artisti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. La supervisione della preparazione musicale del progetto è affidata a Carmen Santoro e concertatore al pianoforte sarà Curro Soriano. Il regista Davide Garattini Raimondi curerà la parte scenica della produzione, in un progetto che si colloca al centro di una coproduzione internazionale con il Festival Littleopera di Zamora.
Il Festival della Valle d’Itria saluterà il pubblico il 5 agosto al Palazzo Ducale con un concerto conclusivo dedicato alla musica di Astor Piazzolla nel centenario della nascita: protagonista il tenore Joseph Calleja, al suo debutto a Martina Franca, accompagnato dal virtuosismo del bandoneon Mario Stefano Pietrodarchi e dall’Orchestra ICO della Magna Grecia diretta da Gianluca Marcianò.
Continuano le partnership con le maggiori aziende del territorio che, visto soprattutto il particolare momento, hanno deciso supportare la missione sociale e culturale promossa del Festival. Per l’edizione 2021 è già possibile annunciare la conferma di tre realtà territoriali, alle quali altre se ne aggiungeranno nelle prossime settimane: oltre al Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, sosterranno la manifestazione martinese Masseria Torre Maizza / A Rocco Forte Hotel, “Platinum Partner” della 47a edizione, e Rolex, che sceglie di promuovere la propria immagine sulle pubblicazioni del Festival.
La vendita dei biglietti sarà aperta il 14 maggio sul sito www.festivaldellavalleditria.it, su quello di Vivaticket e negli oltre suoi 700 punti vendita presenti in tutta Italia. I biglietti avranno un costo da 20 a 70 euro. Anche per la 47a edizione è attiva per tutti gli spettacoli, ad eccezione della serata inaugurale del 17 luglio, la riduzione del 50% per i residenti di Martina Franca e per gli under 30. Confermata la riduzione del 20% per gli over 65 e per i gruppi. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21 salvo disposizioni governative legate al contenimento della pandemia.
I TITOLI IN PROGRAMMA
La Creazione
Franz Josef Haydn (Rohrau 1732 – Vienna 1809), demiurgo della cosiddetta “WienerKlassik” sul cui modello sinfonico e cameristico si sono basati tutti i compositori fino almeno a Brahms, produsse anche alcuni oratori. Die Schöpfung(“La Creazione”) è un oratorio in tre parti su libretto del barone Gottfried van Swieten (nella cui cerchia i migliori musicisti attivi a Vienna, Mozart compreso, vennero introdotti alla musica di Bach) e ispirato al Paradise Lost di Milton e ricco di passaggi sinfonici. Sin dall’Ottocento è consueto eseguire la partitura anche in italiano, sia nell’adattamento che ne fece Giovanni Simone Mayr, sia qui a Martina Franca nella traduzione del filologo Dario Del Corno, già eseguita a Martina Franca nel 1988 e ora rivista dal figlio Filippo, compositore.
La Griselda
Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 – Napoli 1725), padre del dramma per musica e dell’aria col da capo (nonché di Domenico, apice dell’inventiva tastieristica barocca), compose La Griselda su libretto di Apostolo Zeno, rimaneggiato da un autore anonimo – forse lo stesso dedicatario Francesco Maria Ruspoli – e basato sull’ultima novella del Decameron di Boccaccio (ambientata fra Sicilia e Puglia), testo assai fortunato e intonato da moltissimi compositori, da Albinoni a Paër e poi anche da Massenet. L’opera andò in scena nel 1721 al Teatro Capranica di Roma con un cast di acclamati castrati come Antonio Bernacchi, Giacinto Fontana detto “Il farfallino” e Giovanni Carestini.
L’Angelica
Nicola Porpora (Napoli 1686-1768) ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione e all’affermazione dell’opera italiana di scuola napoletana in Austria e Germania. Conoscitore di tutti i segreti legati al virtuosismo vocale, fra i suoi lavori figura anche L’Angelica, serenata (cioè cantata drammatica solitamente eseguita in esterni), su libretto di Pietro Metastasio ispirato ai poemi di Ariosto e Boiardo, eseguita per la prima volta a Napoli nel 1720 presso il palazzo del principe di Torella per il compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick. Per l’occasione debuttò quindicenne l’allievo più celebre di Porpora – che era anche rinomato maestro di canto – cioè Carlo Broschi detto Farinelli.
Winterreise
Nello sterminato catalogo di Franz Schubert (Vienna 1797-1828), maestro dell’inquietudine e di una poetica che accompagna il Classicismo al tramonto, la Winterreise è il ciclo di Lieder (brani per voce e pianoforte su versi tedeschi, qui di Wilhelm Müller) più eseguito e celebrato, anche perché la sua organicità narrativa ha suggerito numerose interpretazioni che affiancano alla partitura e alla coppia pianista-cantante varie suggestioni di carattere immaginifico, drammaturgico, scenografico, coreografico.
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